You are currently browsing the tag archive for the ‘catastrofe’ tag.
I
Spingere un carrello lungo trincee di scaffali,
senza tamponare il prossimo o urtare gli espositori,
manovrando con destrezza attorno ai bancali
su cui si ammonticchiano le offerte speciali:
fagioli al vapore, detergente per vetri, pantofole in pile,
dvd ad un euro, docciaschiuma al sandalo, basilico fresco
tovaglie di plastica, anacardi abissini, aringhe argentine
e fiaschi di Chianti imbottigliato a Rovigo.
Spingere un carrello, doppiando mentalmente
il motivetto popolare filodiffuso, facendo i falsetti
quando ce n’è bisogno, tutto nella testa, per carità,
che mica vorresti ti pigliassero per matto, al massimo
sei disposto a farti riconoscere per quello che sei:
consumatore terminale, monoporzione, in promozione,
collocazione ideologica incerta, diligenza assopita,
chiarezza smarrita, anodino, anomico, fantasma a cottimo,
dybbuk di te stesso e morto vivente in amore.
Spingere un carrello, abbrancati alla barra orizzontale
le ruote di gomma che vanno silenti sulle piastrelle varechinate
e candide che ti ci potresti specchiare, anche se
diciamola tutta, specchiare proprio non ti ci vorresti:
c’è quella babele di fallimentari propositi disattesi
che ti atteggiano il viso ad una smorfia costante
di rassegnato e sdegnoso disgusto, la stessa che
già ti saluta ogni mattina dallo specchio del bagno,
e tu ne avresti, come si dice in francese, pieni i coglioni.
II
Giovani donne che mangiano sushi:
un locale del centro, all’ora di pranzo.
Occhi come campi di grano e foreste
e allora ti vedo in un mare di spighe
il sole più a picco di così non si può
tu: una dea tra le spighe, ebano e giada,
vestito a fiori stampati, un cappello di paglia,
nell’aria tersa che vibra di vento e cicale.
Allora ci do di wasabi, mi voglio sballare.
Ustionare la lingua che non può più leccarti.
Bruciare le labbra perdute ai tuoi baci.
E intanto ti sogno, ad occhi sbarrati e un po’ lacrimanti
(questi wasabi è davvero potente),
e ti tocco. E mi tocco. Mi pondero. Smetto.
Attacco del riso con verdure e cocco.
Poi code di gamberi e maiale saltato.
Mi ungo le mani. Accartoccio salviette.
La puzza di fritto s’attacca ai vestiti.
Mentre chiedo la salsa, pensieri agrodolci:
“Dove stai mangiando? Con chi?”
“Che coincidenza abbiamo mancato?”
“Dov’è il nostro volo?”
“Che c’è di sensato nell’essere solo?”
Sorseggio una coca come fosse Barolo. Leggi il seguito di questo post »
Coordinate spaziotemporali
L’ospite si è materializzato due anni fa.
E ha portato a termine il suo lavoro domenica 19 aprile 2009 a Shepperton.
Ad un mese esatto dal mio compleanno.
James Graham Ballard è morto. Adencarcinoma prostatico con metastasi diffuse a ossa e pancreas.
A settantantotto anni è defnitivamente approdato alla sua spiaggia terminale.
Primo impatto/Crash
La copertina, un’edizione tascabile della Bompiani, era difficile da non notare sui banchetti della fiera del libro allestita sotto un tendone in Piazza Borsa.
Riproduceva la locandina del film di Cronenberg, presentato a Cannes proprio quella primavera. La figura intera di Deborah Unger, di spalle, con indosso una giacca di pelle nera e poco altro, il solco delle natiche in bella vista, appoggiata ad una balconata che si affacciava su un anonimo paesaggio suburbano di condomini, svincoli e arterie autostradali al crepuscolo…